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Entrando nell’universo di Anna Seccia
Camilla Brunetti in “Arte contemporanea”, bimestrale d’informazione e critica d’arte, anno VI, n 28, giugno/luglio 2011

arte relazionale anna seccia La stanza del colore.

La stanza del colore

L’artista abruzzese Anna Seccia, dopo essere stata segnalata da Giorgio di Genova, è presente alla 54a Biennale Internazionale d’Arte di Venezia, nel Padiglione Italia curato da Sgarbi per la Sezione Regionale Abruzzo con un’opera intitolata Illuminazione, L’arte è cosa (mia) nostra.

La nostra artista, per questa occasione, utilizza non solo canali di comunicazione tradizionali come la pittura,la fotografia,ma ricorre all’esposizione di un’idea decontestualizzando un oggetto (le installazioni) e proponendo una performance che sfrutta la presenza di cinquanta amici che indossano una maglietta con la frase “Il popolo di Anna dei colori”.

E’ una sorta di Happening creativo come riferisce l’artista durante una mia intervista, diverso da quelli di tipo anni ’70 che spesso nell’osservare quei tipi di lavori si storceva il naso non riuscendo a cogliere il significato contenuto nell’opera.

Qui la Seccia vuole proporre un’arte libera da qualsiasi forma di schiavitù perché l’arte è generatrice di vita, speranza e amore.

L’installazione è rappresentata da un dipinto che raffigura una cellula, generatrice dell’universo, due sedie,una bella ed elegante,l’altra una carrozzina per le persone diversamente abili.
Il progetto dell’installazione prevedeva due donne sedute sulle sedie, una di bella presenza,l’altra affetta dal morbo di Parkinson.
Due vite che si contrappongono fra la salute e la malattia,la felicità e la sofferenza.

Per la Biennale non è stato possibile far sedere le due donne perché il regolamento non lo prevedeva.
E cosi, l’artista ha pensato bene di posizionare le loro immagini fotografiche sulle rispettive sedie per far entrare l’osservatore nel vivo dell’opera e farlo riflettere sul senso della vita.
L’arte diventa un messaggio sociale, nel titolo Illuminazione, L’arte è cosa (mia) nostra, avvertiamo un sentimento profondo e una particolare forza che fa ottenere a Seccia un risultato diverso di fare dell’arte la produzione di un evento sociale e non più di un oggetto, in modo da inserire la dimensione temporale nelle arti visive ed avvicinare la pittura al teatro con gli Happenings e le performances.
L’opera che Seccia presenta è un opera-aperta, che si concluderà nel corso dell’evento quando l’artista coinvolgerà il pubblico nel dipingere su di una tela di 4 metri e mezzo, con sottofondo di musiche inedite create per l’evento dal compositore il Maestro Antonio Cericola.
Il risultato finale dell’opera sarà il frutto delle emozioni del pubblico e il gusto estetico dell’ideatrice Anna Seccia a darne il giusto valore di tipo sociale e globale all’opera.
Dipingendo sull’enorme tela ognuno di noi può liberarsi dai pensieri negativi e godere in piena libertà il piacere di sentire ancora vivo il fanciullino pascoliano che spesso dimentichiamo di avere e di ritrovare un senso di pace e benessere con i colori… viva l’arte.

1 Commento

  1. elio rizzo

    E’ la stanza dei sogni Interessante
    Ciao Elio

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